1. |
Idee Confuse
03:48
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Mi ricordo che chiedevano cosa vuoi fare da grande, e io come tutti i bimbi avevo sempre la risposta pronta
Medico, pompiere, paleontologo, scienziato, oppure come mio papà avrei fatto il carrozziere
Poi sono finiti i sogni, e sul treno pieno di graffiti andavo a scuola per sapere come fanno i ponti a non cadere
Gli stessi che da grande percorrevo a cento all’ora per arrivare un istante prima della sirena
E mi chiedo adesso, adesso cosa voglio fare, adesso che son grande, adesso che mi sembra che
Tutti i treni, anche quelli a vapore siano partiti ed io per non smettere di suonare sopra il letto
Non sia arrivato in tempo nemmeno alla mia stazione
Con le mie canzoni scritte sopra mille fogli sparsi, perse o dimenticate fra i pensieri che non riesci a dire
E ci provi con le note, quelle che non sai rappresentare, troppo preso dall’urgenza di quei pochi accordi che sai fare
Sono stato troppo tempo inchiodato al punto di partenza, indeciso se partire, crocifisso alle mie idee confuse
Un sorso di birra per cercare approvazione, quella che un applauso obbligato non ti riesce quasi mai a dare
E mi chiedo adesso, adesso cosa voglio fare, adesso che son grande, adesso che mi sembra che
Tutti i treni, anche quelli a vapore siano partiti ed io per non smettere di suonare sopra il letto
Non sia arrivato in tempo nemmeno alla mia stazione
Questo treno va veloce, questo treno corre, è un lungo treno merci che ricorda quelli americani
Sa di cotone e di palude, sa di banjo e di violino, e a me non resta che saltare
Verso l’infinto, verso l’alto, verso la mano di un altro bandito
Con i ponti e le sirene dietro le spalle e col suono di un’armonica che giunge dalla valle
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2. |
Per Il Tuo Nome
04:36
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Una mano a toccare il cielo che per te è solo il tetto di casa
E per noi da qua fuori è il terremoto più atteso
Contare battiti e respiri trattenendo il respiro
Aspettando il tuo calcio d’inizio per il prossimo giro
Ho scordato il resto in un istante, forse non era così importante
Forse non ha un volto che sa di pane e un nome ancora da imparare
Ho scordato gli arabeschi sinuosi, ho scordato i giochi di parole
E ho imparato un linguaggio banale ma che mi viene dal cuore
E prova ad abbracciarmi quando non sarò capace
Di tenere fede al nome con cui mi chiamerai
E se è vero che con le mani si può trasmettere qualcosa
Spero che anche tu un giorno abbia voglia di me
Se lo vedi in fondo il nostro amore
Ma ora non avere fretta, balla e salta e canta e dormi
Tutto quello che vorrai fare lo avrai solo da imparare
Un terremoto dolce come il vino, un terremoto per cui non si studia
Un terremoto che porta a una casa piena di profumi e musica
E subito viene la sera, e subito viene domani
E la notte dietro la montagna porta il tuo odore di pane
E il freddo non fa più paura, e il freddo non fa più paura
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3. |
Imparerò Domani
03:24
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Fili di stoffa fra le dita che senza mani non possono andare
Dove nascono fiori nuovi, dove fiorisce il primo giorno d’estate
Le pieghe misteriose del deserto, dopo una pioggia di temporale
Che cambiano secondo dopo secondo, che cambiano i secondi senza fine
Ho deciso di amare i fantasmi, quelli che nascono dal tuo sorriso
Quelli che nascono dalle tue lacrime, quelli che di notte scacci col cuscino
E ho deciso di avere la cura per ogni bellezza priva di senso
Per ogni pioggia senza ambizione, per ogni luna troppo distante
Imparerò domani…
La maggior parte delle persone soffoca la vita coi loro programmi
Con tutte le loro scelte dettate dal rimpianto, con le carezze che non riescono a fare
Sognano sempre di volare, ma nemmeno ci provano ad aprire le ali
Cercando pretesti per non provare a saltare con la paura di scivolare
Ti ho scritto sulla pelle con una matita, ti ho scritta adesso senza guardare
Mi sono lasciato prendere le mani, chiudere gli occhi e cadere all’indietro
Fatti avanti se resto indietro, se resto sdraiato a guardare le stelle
Quelle che non si vedono dal soffitto, quelle dei lividi sulla pelle
Imparerò domani quello che cerco di scordare
Farò un falò dei fallimenti, farò un castello di rottami
Imparerò domani a pensare senza parlare
Affitterò una matita per continuare queste dita
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4. |
Le Quattro Di Notte
02:32
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E quando senti la musica vieni a vedere se c’è da cantare, se c’è da ballare
Se c’è da brindare una volta di più, se c’è da far partire un coro
Un piccolo palco, luci soffuse, mani che battono, gente che sogna
Canzoni d’amore, canzoni di eroi, canzoni anche tristi ma va bene così
La prossima canzone la cantiamo più forte
A piccoli passi dalla periferia, chitarre alla mano
Alzeremo la voce e non avremo paura di ruggire al mondo quello che siamo
Cantare con forza, con rabbia ed orgoglio!
Un’altra canzone per spedire al mittente i problemi
Tante persone, una voce e cantare, cantare, cantare, cantare
Se tu lo hai già visto lo avrai già vissuto, stringi forte il tuo pugno
E alzalo al cielo e comincia a cantare
Voglio cantare ancora e voglio farlo innalzando il bicchiere
Voglio cantare un’altra canzone e lo voglio fare coi Menagramo
E son le quattro di notte ed ancora cantiamo, le quattro di notte ed Enrico è ubriaco
Le quattro di notte e ancora brindiamo, le quattro di notte e a modo nostro lottiamo
Cantiamo gli amori, cantiamo gli amici, cantiamo per i nostri antenati
Per chi suda, chi lotta, chi muore al lavoro, per chi scrive lettere da una galera
Più forte la voce farà esplodere i muri
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5. |
Samba Triste
04:01
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Atterrati dopo un’ora di volo fra il bianco delle nuvole gonfie
Fra il verde dei prati e il nero del cielo in tempesta
Lo sognavamo da quando bambini tiravamo calci a un pallone
Fatto di stracci, ma cadono i sogni anche a Metellin, finiscono anche lì
Ad attenderci non folle festose, ma pochi uomini in piedi cantando in silenzio
Intonando una samba triste
Rossa la maglia al vento, quella sfumatura che dice
Non alla gloria, né ai punti, non al destino
Non dite niente, sappiamo chi siete
Non dicono niente, ci fanno strada
Valerio ha portato il pallone, uno di quei tempi, di pelle marrone
Eusebio sistema le bandiere agli angoli
Valentino ha la faccia scura, più scura del laccio che porta sul braccio
Ripensa alle mogli e ai figli
Si corre e si suda sul campo, si sfida in silenzio la storia
Non si segnano punti, non è necessario
Il paradiso è giocare per sempre con loro, e vincere e perdere ad ogni minuto
Che si gioca fino a che c’è luce
E nel mondo dei vivi sapranno che siamo distanti ed uniti da un solo destino
Non volevamo volare, volevamo soltanto giocare
Su due colline agli angoli opposti del mondo, ci fermò la leggenda beffarda
Ci fermò la leggenda
Volevamo inseguire un sogno, abbiamo vinto la storia più dei trofei
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6. |
Giocondo
02:55
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Giocondo non fa male a nessuno, Giocondo ama far sorridere gli altri
Con una giacca di fili di vento per farsi portare lontano
Camminava in riva al lago col cane, non pensava al trono o alla gogna
Giocondo più in alto di tutti posava i suoi piedi per terra
Ma un giorno dissero Sciagura
Quel Giocondo lì ci fa paura
Così gli presero zaino e chitarra, gli negarono l’amore del cane
Lo condussero in mezzo alla piazza, e che questo vi serva da esempio
E con gli occhi annebbiati dal pianto, con le dita e la gola ferite
Giocondo lasciava la croce e il fuoco quasi non lo toccava
E tremò tutta la pianura
E la gente sì che ebbe paura
Perché Giocondo è aria pura
Ed è per questo che fa paura
Ora se cerchi di guardare lontano lo puoi trovare nel sorriso dei matti
O a suonare i Clash in stazione senza raccogliere i soldi
Lo troverai nelle cantine più buie, o a fare scatti in stanze piene di fumo
Lo troverai a far giocare i bambini vestito da principessa
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7. |
Via Trento
02:36
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Come in quei film di cui non ricordi il nome, come le sigarette che hai scordato di comprare
Ti prende in silenzio il rumore di fondo, fa partire un contropiede che percorre tutto il campo
E la luce della luna la si vede di nascosto, dietro l’ombra dei lampioni e delle luci negli altri appartamenti
Nascosta dietro l’antifurto di qualcosa che ogni tre secondi emette un fischio.
L’altra notte le sirene dei pompieri hanno ristabilito l’ordine al civico 28
E al bar a colazione non si parlava d’altro.
Riflesso come riesce nelle pozzanghere, vedi un uomo capovolto trafitto dalla pioggia
Ti sta aspettando sotto casa, mentre scendi dalla macchina, alla fine del tuo viaggio
“Volevo farti una sorpresa - riesce a dire balbettando - ma non ho preso l’ombrello”
E fa muovere le mani e da dietro la sua schiena compaiono due rose ancora chiuse
L’altra notte il condominio ha esposto reclamo per rumori e per schiamazzi
Erano solo due persone felici di trovarsi
Prendi queste parole per quello che non sono, sono solo un tentativo per riportarti verso il cielo
Sono note già sentite di canzoni mai ascoltate, sono frasi scritte a margine sui libri di scuola
Sono le stanze che non si scaldano mai, le persiane con le corde che non si aprono
Per cui non smettere di cantare se c’è Al Bano alla TV, alza la voce ed il bicchiere
L’altra notte è stato semplice far voltare tutti quanti al bar, quanto ti ha chiesto di sposarlo
Era un momento di silenzio fra un Campari e l’altro
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Daniele Ridolfi Lecco, Italy
Un ukulele e un viaggio attraverso tempi lontani, luoghi vicini, persone speciali e situazioni normali. Un cantautore che parla di quello che conosce meglio: il mondo in cui vive.
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